A Udine il festival Vicino-Lontano, partita la 19ima edizione

Ottanta gli appuntamenti proposti che coinvolgeranno 200 personalità dal mondo delle scienze, della letteratura, dell’arte, dello spettacolo e dell’informazione. Protagoniste anche le lingue con un doppio evento targato ARLeF 
Redazione
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Servizio video di Ivano Mattiussi

Inaugurata ieri, mercoledì 3 maggio, la 19ª edizione del festival vicino/lontano alla presenza del vicepresidente e assessore alla cultura regionale Mario Anzil, il sindaco di Udine Alberto Felice  De Toni, il Rettore del’Università di Udine Roberto Pinton, la presidente e curatrice del festival Paola Colombo.

 Dove si nascondono e come agiscono i nuovi poteri, sempre più invisibili, annidati fra gli interessi delle multinazionali e le ultime sofisticate tecnologie, fra il neo-imperialismo di governi che soffocano i diritti umani e civili, e un’economia senza etica che produce diseguaglianza? “La metamorfosi dei poteri”: questo il tema del primo evento ieri alle 19 nella Chiesa di San Francesco. Sul palco si sono confrontati l’economista e matematico francese Gaël Giraud (in collegamento video), la sociologa Maria Rosaria Ferrarese, il filosofo Giovanni Leghissa e l’antropologo Nicola Gasbarro, presidente del comitato scientifico di vicino/lontano. 

Sempre ieri, mercoledì 3 maggio alle 21, nella Chiesa di San Francesco a Udine si è parlato di Afghanistan e del silenzio calato sulle vicende del Paese, oscurato da altre questioni e priorità che quotidianamente calamitano l’interesse internazionale, a cominciare dalla guerra in Ucraina. Sono intervenuti il giornalista e inviato di guerra Valerio Pellizzari – autore del memorabile “Kabul Kabul” (con Ettore Mo, Vallecchi 1989), e di “In battaglia, quando l’uva è matura” (Laterza 2012), fra i fondatori del Premio Terzani –, Alberto Cairo, in Afghanistan dal 1990 per il Comitato Internazionale della Croce Rossa e per la Ong italiana Nove Onlus come fisioterapista per la riabilitazione fisica e l’inclusione socio-economica delle vittime di guerra; e l’analista e ricercatore Fabrizio Foschini, che ha tradotto e annotato i “Diari dal carcere” di Sepideh Gholian (Gaspari Editore 2021) e in Afghanistan ha condotto progetti relativi alla storia orale e alla situazione politica, sociale e culturale del Paese. Se nell’agosto 2021 l’Occidente prometteva di non abbandonare il popolo afgano, oggi tutto sembra congelato a quei momenti convulsi, mentre il potere talebano, senza risorse e riconoscimenti internazionali, limita i diritti elementari delle donne e punisce brutalmente in nome dell’Islam. Sempre nella serata di ieri, al Teatro San Giorgio è andato in scena “Alessandro. Un canto per la vita e le opere di Alessandro Leogrande”, la produzione Koreja in coproduzione con Ura Teatro, di Gianluigi Gherzi e del regista e attore Fabrizio Saccomanno che sul palcoscenico è stato affiancato da Elisa Morciano, Emanuela Pisicchio, Maria Rosaria Ponzetta, Andjelka Vulic. Proposto in collaborazione con Teatro Contatto 41, lo spettacolo ricostruisce l’itinerario personale e professionale dello scrittore e giornalista Alessandro Leogrande, un intellettuale straordinario scomparso prematuramente a soli 40 anni, che con il suo La frontiera (Feltrinelli) era stato finalista del Premio Terzani 2016. Nato a Taranto e laureato in filosofia a Roma, dopo l’incontro con Goffredo Fofi ha iniziato a collaborare con la rivista “Lo Straniero” di cui è poi diventato vicedirettore. Collaboratore di Radio3 e del Corriere del Mezzogiorno, ha scritto anche per Pagina99, il Riformista, Internazionale e Minima&moralia, sempre e comunque dalla parte degli ultimi e degli sfruttati, ovunque ci sia stato un sopruso: nei ghetti dei migranti, persi nelle campagne del caporalato pugliese, così come nell’Argentina dei desaparecidos.

Oggi a vicino/lontano  il direttore di Limes Lucio Caracciolo sul tema Deglobalizzazione. Una nuova geografia del potere, in dialogo con la giornalista Luciana Borsatti, fresca autrice per Castelvecchi del saggio “Iran. Il tempo delle donne”, che presenterà sabato 6  maggio al festival.  E sempre oggi a vicino/lontano alle 21 la lettura scenica “Due padri” tratta da “Apeirogon”, il libro di Colum McCann vincitore del Premio Terzani 2022: protagonisti saranno gli attori Massimo  Somaglino e Alessandro Lussiana.

Lingue protagoniste: doppio evento targato ARLeF 

Venerdì 5 e domenica 7 maggio al centro del dibattito ci saranno il friulano, il sardo e l’ebraico

Friulano, sardo ed ebraico. Saranno le lingue il focus dei due appuntamenti che l’ARLeF – Agenzia regionale per la lingua friulana porterà a vicino/lontano, venerdì 5 e domenica 7 maggio. La presenza dell’Agenzia al festival si conferma solida anche nel 2023: da quasi dieci anni, l’ARLeF con i suoi appuntamenti accende i fari sul tema del plurilinguismo anche all’interno della programmazione di vicino/lontano. Lo ha fatto con linguaggi differenti (dal teatro al dibattito), invitando importanti intellettuali e studiosi a confrontarsi sull’argomento. Di anno in anno ha sempre aperto alla riflessione sui numerosi aspetti linguistici, culturali e identitari che caratterizzano un contesto multilingue come quello del Friuli-Venezia Giulia. Anche quest’anno non sarà da meno.

VENERDÌ 5 MAGGIO – “S’intelligèntzia de Elias: un caso letterario dalla Sardegna”, il primo appuntamento cura dell’ARLeF, è in programma il 5 maggio, alle 18, al Salone del Popolo. Sarà un incontro sulla letteratura in lingua minoritaria a partire dall’opera che ha forse cambiato per sempre la letteratura sarda: “S’intelligèntzia de Elias” (Janus 2022) di Giuseppe Corongiu. Si tratta di un giallo distopico ambientato fra il 2030 e il 2038. L’autore sorprende per l’uso moderno della lingua sarda per le tematiche contemporanee affrontate e per una lettura scorrevole anche per i non “addetti ai lavori”. L’attore Paolo Mutti ne leggerà alcuni brani tradotti in friulano mentre l’autore – scrittore, giornalista, traduttore, autore di numerosi saggi sulla difesa e la promozione delle minoranze linguistiche – dialogherà con lo scrittore friulano Gianluca Franco sulle prospettive delle letterature minoritarie, al di fuori di schemi oleografici e cliché. A moderali ci sarà Gabriele Zanello, docente di letteratura friulana all’Università degli Studi di Udine. Grazie alla collaborazione con il Circolo sardi “Montanaru” di Udine a conclusione dell’incontro è prevista una degustazione di prodotti sardi.

DOMENICA 7 MAGGIO – Dalla collaborazione fra l’ARLeF e l’Associazione Italia-Israele di Trieste è nata invece l’idea del secondo appuntamento nell’ambito di vicino/lontano: “La lingua che visse due volte”, in programma il 7 maggio, alle 10, all’oratorio del Cristo. Durante l’incontro verrà ripercorso il viaggio attraverso le sorprendenti peripezie della lingua ebraica. Per farlo, dopo il saluto di Sergio Salerno, vicepresidente dell’Associazione Italia-Israele di Trieste, interverranno Anna Linda Callow – docente di Lingua e letteratura ebraica all’Università Statale di Milano – ed Eliahu Alexander Meloni – dal 2016 è Rabbino Capo della Comunità Ebraica di Trieste e del Fvg – moderati dal giornalista Walter Tomada. Dal dialogo fra i presenti si potrà scoprire come alla fine del XIX secolo, dopo quasi due millenni di vita, l’ebraico era utilizzato solo per motivi religiosi o di studio, ma nessuno lo parlava più come lingua corrente. Nel 1948, diventato lingua ufficiale di Israele, la sua storia ha preso un nuovo corso. Oggi l’ebraico è usato in ogni ambito della vita sociale, in particolare nella letteratura, con romanzi e saggi tradotti in tutto il mondo.


Collegato alla questione israeliana l’incontro del pomeriggio, Israele contro Israele, tema dell’ultimo numero di Limes. Interverrà il direttore Lucio Caracciolo. Al festival oggi farà tappa anche il filosofo Ivan Dimtrijević, ordinario all’Università di Varsavia, per un approfondimento dedicato al “Nichilismo del potere nella cultura russa”. Dialogherà con Beatrice Bonato, presidente della sezione FVG Società Filosofica Italiana.

Si parlerà di “Donne al governo”, tema dell’ultimo libro della giornalista Fabiana Martini, e del diritto di “Abitare”, con l’antropologo Andrea Staid e il presidente dell’Ordine degli Architetti di Udine, Paolo Bon. Alle 18, sul sagrato di San Francesco “GO towards”, presentazione del progetto e azione performativa Crossing line con Roberto Cocconi e i danzatori della Compagnia Arearea.

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