Un anno fa il crollo del Ponte Morandi di Genova

Poco prima dell 11.30 del 14 agosto il Viadotto Polcevera è collassato provocando la morte di 43 persone. Anche due triestini tra i feriti
Marta Rizzi

E’ passato un anno dal crollo del ponte Morandi, la struttura in cemento armato progettata dall’architetto Riccardo Morandi lungo la A10 che qualche minuto prima delle 11,30 del 14 agosto è collassata su se stessa, provocando la morte di 43 persone. Era la vigilia di un altro afoso e caldo Ferragosto, data che simbolicamente ferma l’Italia intera per le ferie estive. Sul ponte Morandi, quella mattina infatti, c’erano intere famiglie in viaggio, chi tornava verso casa, chi raggiungeva i parenti o le mete delle agognate vacanze, ma anche chi stava lavorando e si spostava in città con l’assoluta naturalezza con cui quotidianamente tutti noi compiamo gli spostamenti di routine. Quella routine e quella gioia si sono improvvisamente spezzate quella mattina, con un salto nel vuoto di cento metri che non ha lasciato scampo a 43 persone. Di quei minuti caotici e drammatici, appena successivi alla tragedia, ci rimangono le immagini confuse ma altrettanto realistiche delle carcasse dei mezzi precipitati nel vuoto, incastonati tra il cemento sgretolato del Morandi e le ferraglie dei pilastri. Questo il desolante spettacolo che le riprese video di quelle ore concitate offrivano al Paese intero, rimasto attonito e con il fiato sospeso a osservare quello scempio e chiedersi come fosse possibile. Sui social le foto di piloni squarciati, di auto schiacciate, pneumatici all’aria e quel furgone rimasto con il motore rimasto acceso per ore, sull’orlo del baratro. L’autista è riuscito a frenare per tempo, salvandosi. Un piccolo miracolo d’innanzi al tragico bilancio che fin dalle prime ore appare a dir poco drammatico con decine e decine di morti. Alla fine, il crollo del Viadotto Polcevera, dal nome del fiume sottostante, ha inghiottito le vite di 43 persone, famiglie intere, lavoratori, padri di famiglia, donne, bambini, fidanzati. Tanti anche i feriti, molti dei quali in gravi condizioni, ricoverati alla rinfusa negli ospedali della zona.  Tra questi anche una coppia di triestini Rita Giancristofaro, podista abruzzese di origine, ma triestina d’adozione, e il compagno Federico Cerne, fisioterapista della squadra di basket giuliana. I due, dopo un lungo iter ospedaliero, tra interventi e riabilitazione, sono tornati nella loro Trieste. Poi ci sono gli oltre 500 sfollati, persone e famiglie intere indirettamente coinvolte dal crollo del Morandi e che in pochi istanti si sono viste portare via la propria casa, troppo vicina al viadotto per essere sicura. Il crollo del Ponte Morandi, che soltanto poche settimane fa è stato completamente raso al suolo con una serie di esplosioni che hanno completamente polverizzato quanto della struttura era rimasta in piedi, è divenuto oggetto di polemica politica ed è al centro di una vicenda giudiziaria tutt’altro che semplice da sbrogliare, fatta di perizie su perizie che ancora oggi dibattono sulle reali cause del crollo, per stabilire con assoluta certezza quale pilone abbia ceduto prima e perché e quanta manutenzione sia stata fatta, il 18 dicembre scorso è stato ufficializzato che sarà la friulana Fincantieri, insieme alla Salini Impregilo, a Italferr e Icop di Basiliano, a ricostruire il ponte di Genova basandosi sul progetto dell’archistar mondiale, Renzo Piano. Sarà un viadotto classico con un impalcato lungo 1.100 metri che poggerà su 19 piloni, senza stralli, che nella forma ricorda lo scafo tondeggiante di una nave. Avrà un costo annunciato in 202 milioni di euro, oltre all’Iva. Alla gara per l’affido dei lavori aveva partecipato anche la Cimolai di Pordenone, candidata con un progetto dell’architetto spagnolo Santiago Calatrava, che ha subito annunciato di non voler presentare ricorso “per puro spirito di servizio al Paese e per non ostacolare la ricostruzione”.  Dalla ricostruzione, oltre alla Cimolai, è rimasta fuori anche un’altra azienda friulana, la Rizzani De Eccher, che si era candidata per il nuovo Morandi.  L’apertura al traffico del nuovo ponte Morandi è prevista il prossimo 20 aprile 2020. Oggi, però, è il giorno del ricordo e del dolore per l’intero Paese e per chi quel giorno ha perso un parente, un amico o un famigliare. 

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