Carabinieri, Protezione Civile, Guardia di Finanza, Forestale ed altri enti e corpi dello stato. Appartengono a loro le tante antenne che svettano disordinatamente sul tetto del Castello di Udine, al centro di un grande programma di restauro da parte di Comune di Udine e Gruppo Danieli di Buttrio. E proprio questi ultimi vorrebbero proporre una riorganizzazione degli apparati di comunicazione, tuttora in funzione, in modo da approfittare della presenza delle impalcature lungo le facciate del Castello per sistemare anche quella parte del tetto.
Il Comune di Udine, proprietario del Castello da circa cinque anni, ha ereditato la situazione dallo Stato, che prima ne era il titolare e che ha concesso lo spazio alle forze dell’ordine e a chi ne abbia fatto richiesta. Obiettivo del Comune ridurne il numero, in modo da ridurre anche l’impatto visivo della strumentazione, concentrando tutte le strutture in un’unica antenna.
Nel frattempo procedono i lavori alle facciate, finanziati dalla Danieli: liberati i lati Ovest e Nord, ora gli operai si occuperanno di quelli a Sud e a Est, per poi concludere il cantiere con lo scalone. Il cantiere ha subito tre mesi di rallentamento a causa del Coronavirus, prima per il lockdown e poi per la necessità di applicare le misure di sicurezza previste dai decreti. Obiettivo concludere a settembre, per ridare nuova luce al Castello. Possibilmente, sormontato da una sola antenna.