Uranio impoverito, il Tar dà ragione a un militare

Un luogotenente dell'Esercito Italiano si era ammalato dopo l'esposizione al metallo
Hubert Londero
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Lui, un luogotenente dell’Esercito Italiano di stanza in regione, si era ammalato di tumore dopo essere stato esposto all’uranio impoverito non solo quando era in missione all’estero, ma anche in alcuni poligoni di tiro in Italia. Aveva dunque chiesto l’indennizzo per causa di servizio, ma il Comitato di Verifica del ministero della Difesa glielo ha negato. Il militare, seguito dall’avvocato Angelo Fiore Tartaglia, specializzato in questa particolare materia, quindi ha fatto ricorso al Tar del Friuli-Venezia Giulia, che gli ha dato ragione.
Il Comitato si era limitato a riportare la letteratura scientifica che nega il nesso di causalità tra il metallo pesante e l’insorgenza della malattia. Un legame che, per il giudice, è invece da considerarsi accertato. L’organo tecnico avrebbe dovuto dimostrare che, in quel caso specifico, il tumore non era dovuto all’esposizione all’uranio. Per questo il Tar ha annullato il decreto di diniego e ordinato al Comitato di pronunciarsi nuovamente, seguendo i principi stabiliti nella sentenza.

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