Urne fuori dalle scuole, i sindaci ci provano

Decine di sindaci mobilitati in regione per trovare sedi alternative alle scuole per allestire le urne per il referendum. Pordenone ce la fa, Udine getta la spugna
Paola Treppo
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Sono diverse decine i sindaci della regione, in particolare del Friuli occidentale ma non solo, che si stanno mobilitando per trovare delle alternative alle aule scolastiche per la consultazione referendaria. Svariate sarebbero le richieste in tal senso giunte alle Prefetture, in alcuni casi anche con l’indicazione di spazi comunali diversi dalle scuole che potrebbero essere utilizzati per allestire i seggi elettorali. Pordenone ha ricevuto questa mattina il via libera dalla Prefettura: si voterà nel quartiere fieristico e non nelle aule delle scuole cittadine.

Petizione a Udine

Più complicata la situazione a Udine, dove per l’amministrazione comunale non ci sono le condizioni per giungere alla soluzione individuata per il capoluogo della Destra Tagliamento. Oltre 240 firme in meno di tre giorni, per chiedere che le scuole non vengano chiuse in vista delle elezioni. E’ stata consegnata questa mattina la petizione per chiedere, alla giunta comunale di Udine, di individuare spazi diversi alle aule scolastiche per aprire i seggi per il referendum del 20 e 21 settembre. “Se i seggi elettorali saranno come di consueto nelle aule” – specifica Cinzia Del Torre, consigliere comunale del Partito Democratico e prima firmataria della petizione – “le lezioni si interromperanno di nuovo per almeno 4 giorni, a pochissima distanza dalla riapertura”. La petizione individua anche alcuni spazi alternativi alle aule: le palestre, i centri sportivi cittadini come il Palaindor o il Benedetti, sale teatrali, ma anche le circoscrizioni.

La posizione del Comune di Udine

Impossibile per il Comune di Udine spostare i seggi elettorali in un unico punto. “La nostra realtà è complicatissima, diversamente da quella di Pordenone e di paesi più piccoli – dice l’assessore Alessandro Ciani -, abbiamo 98 sezioni e non ci sono spazi così grandi capaci di accoglierle tutte insieme. Senza contare i tempi, che sono brevissimi, e le autorizzazioni necessarie da Prefettura e Questura. Dobbiamo rispettare le norme anti Covid. Nel caso di spostamento di tutti i saggi dovremmo avvisare tempestivamente tutti gli elettori e cambiare loro le tessere elettorali, con costi esorbitanti e problematiche tecniche e burocratiche quasi insormontabili”. Ciani ricorda poi che sarà il Comune di Udine a doversi occupare del voto per i malati di Covid ricoverati in ospedale, e di tutte le persone in quarantena e in isolamento fiduciario dell’intera provincia di Udine.

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