Proseguono i controlli della Polizia Stradale per prevenire condotte di guida pericolose, tra cui l’alterazione del tachigrafo digitale che registra i periodi di riposo degli autotrasportatori. Ieri mattina, una pattuglia della Polstrada di Amaro ha fermato un mezzo pesante lungo l’A23, all’altezza del viadotto che sovrasta il Lago di Cavazzo. Il complesso ‘telonato’, immatricolato nell’Est Europa e partito da Cremona, stava effettuando un trasporto internazionale di bobine di metallo.
Dalla lettura delle stampe e dall’analisi dei dati scaricati dalla ‘scatola nera’, la pattuglia della Stradale ha accertato che, nonostante il conducente si trovasse alla guida, per il tachigrafo l’autoarticolato risultava fermo e l’autista in riposo da circa 50 minuti. Cosa impossibile visto che il mezzo, prima di essere fermato, veniva seguito per un tratto dagli stessi operatori.
Approfondito il controllo, gli operatori hanno scoperto l’applicazione di un potente magnete (avvolto in una bustina di plastica trasparente) nella parte posteriore del trattore stradale per interrompere la trasmissione del movimento al dispositivo. Il conducente, vistosi scoperto, ha confermato la manomissione.
I controlli anche tecnici sui tachigrafi digitali, servono appunto per smascherare quei conducenti che, di loro iniziativa o costretti dal datore di lavoro, adottano sistemi illeciti per aggirare le verifiche e non rispettare i tempi di guida e riposo creando, ovviamente, un pericolo per la circolazione e una concorrenza sleale.
L’aver agito in tal modo gli è costato complessivamente oltre 3.600 euro, oltre le spese del deposito il cui il mezzo è stato sottoposto causa il mancato pagamento su strada delle sanzioni nell’immediatezza del contesto, nonché il ritiro della patente per il successivo provvedimento di sospensione che sarà compresa tra 15 giorni a tre mesi.