Sono partiti finalmente da Trieste Airport questa mattina alle 9.15 dopo un’attesa di circa 13 ore i 155 passeggeri del volo Ryanair FR0169 diretto a Londra originariamente previsto alle 20.30 di ieri sera.
Un ritardo che i passeggeri definiscono “una vergogna”, e dovuto come spiega il direttore di Trieste Airport Marco Consalvo, ad una serie di concause sfortunate: “L’aereo che doveva imbarcare i passeggeri – spiega Consalvo – è arrivato da Londra in clamoroso ritardo, appena alle 00.20, e prima di atterrare è stato colpito da in fulmine. In questi casi è necessaria per motivi di sicurezza un’ispezione al velivolo, ma per farlo è stato necessario chiamare dei tecnici Ryanair dallo scalo di Venezia. Una volta giunti al Trieste Airport hanno svolto le dovute verifiche, conclusesi alle 3.20, quando l’aereo era pronto per partire ma a quel punto l’equipaggio aveva sforato l’orario di lavoro e, anche in questo caso per ragioni di sicurezza, non poteva dunque imbarcarsi. È stato chiamato così un nuovo equipaggio da altri aeroporti, ed una volta arrivato a Trieste Airport è stato possibile muovere il velivolo verso Londra. Durante le ore di attesa abbiamo abbondantemente rifornito di acqua i passeggeri, purtroppo di notte il ristorante chiude ma abbiamo fornito l’assistenza necessaria aprendo anche la sala conferenze per far riposare meglio possibile gli ospiti. Ci dispiace – prosegue Consalvo – per i disagi ma in questo caso posso dire che non ci siano stati errori da parte di nessuno, solo una serie di eventi a catena molto sfortunati”.
Furibondi i passeggeri. Emanuela Veninata racconta la notte da incubo: “Ci sono con noi una ventina di bambini circa, ed altrettanti anziani, oltre a qualche persona disabile. È una vergogna quello che ci è accaduto. Io sono Fvg? Non così. Il 60% dei passeggeri è straniero, si è trattato di una terribile pubblicità per la regione, hanno deciso che non ci torneranno. Non c’era nemmeno il servizio di pronto soccorso nel caso qualcuno si sentisse male. Ci hanno dato dei voucher da 16 euro che abbiamo potuto spendere solo in un piccolo bar, non c’era altro”. Paola Debellis pure si trovava tra i 155 passeggeri dell’aereo Ryanair: “Nessuno si assume la responsabilità di quanto accaduto – evidenzia – i voli non ci sono solo in orario d’ufficio: perchè noi siamo stati costretti ad essere privati del sonno in aeroporto in questa situazione? Adulti e bambini hanno cercato di dormire e riposare dove capitava, a terra, su tavole, nella sala conferenze”.
