Ancora una settimana di giallo per il Friuli Venezia Giulia

In arancione Piemonte, Marche e Lombardia. Basilicata in zona rossa
Redazione

Ancora 7 giorni di giallo per il Friuli Venezia Giulia. Questo l’esito emerso dal monitoraggio della cabina di regia che dovrebbe segnare il passaggio in arancione per Piemonte, Marche e Lombardia e in zona rossa, invece, la Basilicata. I dati  consentiranno al ministero della Salute, guidato da Roberto Speranza, di stabilire i nuovi «colori» delle Regioni, che dovrebbero essere comunicati oggi attraverso specifiche ordinanze. 

La nostra regione, in giallo dal primo febbraio, segna un Rt a 0,83 (0,79-0,88), quindi ancora a rischio moderato ma soprattutto sotto quota uno. Un risultato che potrebbe essere messo a rischio dalla curva dei contagi emersi negli ultimi due giorni, con numeri di positività (ieri 683) che non registravano almeno dai primi giorni del mese. Solo le Terapie intensive rimangono sopra la soglia (32% di posti occupati) mentre calano i contagi  (-10%) e i nuovi focolai, che nella settimana tra il 15 e il 21 febbraio sono stati 246. L’incidenza sui 100mila abitanti è di 140 casi.  Ricordiamo, infatti, che la fotografia del monitoraggio si riferisce alla settimana scorsa – ovvero al periodo 15-21 febbraio – e non tiene, quindi, in considerazione i valori degli ultimi giorni, che hanno indicato un’inversione di tendenza della curva, in particolare rispetto ai nuovi casi individuati.

Un febbraio, quello che ci avviamo a terminare nel fine settimana, vissuto totalmente in giallo, con bar e ristoranti aperti di giorno, senza restrizioni territoriali se non regionali. Marzo, invece, potrebbe rivedere la regione cadere nuovamente in zona arancione, almeno secondo diversi esperti che giudicano i dati regionali e la media nazionale preoccupanti e seriamente in salita.

La Cabina di regia avverte che “alla luce dell’aumentata circolazione di alcune varianti virali a maggiore trasmissibilità e del chiaro trend in aumento dell’incidenza su tutto il territorio italiano, sono necessarie ulteriori urgenti misure di mitigazione sul territorio nazionale e puntuali interventi di mitigazione/contenimento nelle aree a maggiore diffusione per evitare un rapido sovraccarico dei servizi sanitari. E’ fondamentale che la popolazione eviti tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie e di rimanere a casa il più possibile”.

A livello nazionale l’indice Rt sfiora il valore soglia di 1, restando come la scorsa settimana a 0,99 (forbice 0,93 e 1,03). Si conferma per la quarta settimana consecutiva un peggioramento nel livello generale del rischio. Aumentano le Regioni classificate a rischio alto (Abruzzo, Lombardia, Marche, Piemonte e Umbria) e sono dieci quelle che hanno un Rt puntuale maggiore di 1, con la Basilicata che ha un Rt con il limite inferiore superiore a 1,25, limite per il passaggio in zona rossa.

Si abbassa l’età mediana dei casi di Covid diagnosticati, diminuita a 44 anni. Boom dell’incidenza settinale dei casi nelle Province autonome di Trento e Bolzano, con 539,01 casi per 100mila abitanti in Alto Adige e 309,12 in Trentino. Abruzzo, Emilia Romagna, Molise e Umbria hanno un’incidenza superiore a 200 casi per 100mila abitanti. Intanto il presidente del Molise, Donato Toma, ha chiesto ieri sera al ministro della Salute, Roberto Speranza, l’istituzione della zona rossa, a fronte del rapido aumento dei casi e della forte pressione sulle strutture sanitarie. 

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