Zona rossa, Confartigianato chiede indennizzi del 100% sul fatturato 2019

Riconoscimento alla Regione per ciò che ha messo in campo sin qui, compresi i ristori aggiuntivi deliberati oggi per 21,6 milioni, ma la nuova serrata che riporterà il Friuli Venezia Giu...
Redazione

Riconoscimento alla Regione per ciò che ha messo in campo sin qui, compresi i ristori aggiuntivi deliberati oggi per 21,6 milioni, ma la nuova serrata che riporterà il Friuli Venezia Giulia in zona rossa richiede indennizzi importanti e tempestivi da parte dello Stato. Nell’immediato è necessaria una copertura del 100% sul fatturato del 2019 e per le nuove imprese, che non hanno storico, un intervento in base agli indicatori di settore».

Il presidente di Confartigianato Fvg, Graziano Tilatti, commenta così i due eventi di segno opposto che si incrociano in questo fine settimana: il varo da parte della Regione di ulteriori risorse a fondo perduto, «con un allargamento dei beneficiari che valutiamo positivamente e che risponde alle sollecitazioni giunte anche dalla base artigiana», e il ritorno in zona rossa, che significa il fermo di molte attività artigiane legate ai servizi.

«L’intensificazione della campagna vaccinale è la via maestra e obbligata per sperare di uscire da un incubo che speravamo di esserci lasciati alle spalle nelle sue peggiori manifestazioni – sottolinea Tilatti -, ma l’altra leva che non deve mancare adesso è un robusto intervento dello Stato. Viceversa, ci ritroveremo a ripartire con il deserto e con imprenditori sfibrati non solo economicamente». Gli indennizzi al 100% del fatturato del 2019, specifica Tilatti, «dovrebbero essere erogati con un lasso di rientro di 20-30 anni. È necessari provvista liquida per pagare dipendenti, fornitori e fisco. Solo così possiamo continuare a far girare un ingranaggio che altrimenti si blocca». Nel medio periodo, poi, «si dovranno aggiungere ristori pluriennali in conto capitale».

Rispetto alle restrizioni che scatteranno lunedì, Tilatti evidenzia che sarebbe auspicabile rimanessero aperti alcuni servizi alla persona, per esempio aperti parrucchieri e barbieri. «Si tratta di attività che da tempo stanno lavorando con l’adozione di misure di sicurezza importanti – sottolinea il presidente – a tutela propria e di tutti i loro interlocutori».

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